L’Europarlamento ha votato l’approvazione della versione definitiva del PPWR (Packaging and Packaging Waste Regulation), il Regolamento sugli Imballaggi e i Rifiuti da Imballaggio nato allo scopo di migliorare l’efficienza, promuovere la circolarità e introdurre obiettivi legalmente vincolanti di riduzione e di riuso.
La PPWR all’art.44 prevede l’obbligo per i Paesi Membri di conseguire entro il 2029 il 90% di intercettazione di bottiglie in plastica e lattine, oltre che di istituire un Deposito Cauzionale (DRS – Deposit Return Scheme) nel caso in cui non venisse raggiunto tale obiettivo nei tre anni precedenti.
Tali sistemi prendono il nome di “vuoto a rendere” e sono utilizzati in tutto il mondo per incentivare i cittadini alla raccolta e al riciclo degli imballaggi per bevande monouso. Nei DRS il consumatore partecipa direttamente al processo di raccolta dei contenitori per bevande (plastica, alluminio e vetro); è previsto il pagamento di una cauzione, aggiunta al prezzo di vendita, che in Europa si aggira solitamente tra i 0,10 e i 0,25€, che viene poi restituita al consumatore quando riporta l’imballaggio in un punto di raccolta, solitamente in un supermercato.
Il tema era già stato oggetto della Campagna Nazionale “A Buon Rendere – molto più di un vuoto”, lanciata dall’Associazione Comuni Virtuosi insieme alle organizzazioni partner, per l’introduzione di un sistema di deposito cauzionale per gli imballaggi per bevande che favorisse la transizione verso un’economia circolare nel settore degli imballaggi.
“Il DRS slovacco – spiega Enzo Favoino, Coordinatore Scientifico “A Buon Rendere” – ha permesso di raggiungere in due anni un’intercettazione del 92% per bottiglie in plastica e lattine. Se è vero che risultati simili sono stati raggiunti anche in altri Paesi Membri dopo l’avvio del sistema, non esistono altri casi in cui lo stesso risultato sia stato conseguito senza un sistema di deposito. La nostra Campagna si propone di anticipare notevolmente tale data, per non perdere altri anni ed anni in termini di dispersione di contenitori sul territorio, di costi per i Comuni per raccoglierli e smaltirli, di Plastic Tax da versare all’UE per tutta la plastica non riciclata, di riciclo di bassa qualità, anziché quello ‘closed loop’ (da bottiglia a bottiglia, da lattina a lattina) reso possibile dal DRS”.
“La PPWR è anche, e soprattutto, un poderoso strumento per affiancare, migliorare l’efficienza e potenziare le strategie del riciclo – racconta Silvia Ricci, Coordinatrice Campagna “A Buon Rendere” – abbiamo presentato come campagna l’unico studio pubblicamente accessibile che quantifica costi e benefici derivanti dall’introduzione di un DRS in Italia che permetterebbe di conseguire in due anni il 95,3% come tasso di raccolta per le bottiglie in PET per bevande, il 96% per le lattine e il 95,8 % per il vetro. Anche il nostro più recente sondaggio ha confermato che gli italiani sostengono la necessità di adottare il deposito cauzionale come strumento per risolvere il problema della dispersione dei contenitori da imballaggio e per conseguire gli obiettivi di raccolta e riciclo europei. Che cosa stiamo aspettando e, soprattutto, a chi giova ritardare l’introduzione di uno strumento che, non per nulla, è diventato prassi comune in 16 Paesi europei, che arriveranno a 20 in due anni?”.
Il vuoto a rendere, però, per funzionare realmente deve prevedere dei rimborsi congrui: il sistema, infatti, funziona se, oltre buona volontà, i consumatori possono effettivamente recuperare qualche euro sulla spesa. In Germania, per esempio, dove il sistema è attivo da diversi anni,: per ogni bottiglia conferita il cliente riceve un buono di circa 15 centesimi (l’importo varia a seconda del materiale e del formato dagli 8 ai 25 centesimi).
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