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Esco e tecnologia per la transizione energetica

Energy Service Companies

Esco e tecnologia per la transizione energetica

Le Energy Service Companies (ESCo) stanno assumendo un ruolo sempre più strategico nel panorama della transizione energetica. Grazie alla loro capacità di offrire soluzioni integrate che coniugano efficienza, innovazione e decarbonizzazione, queste realtà si confermano interlocutori centrali per lo sviluppo di un sistema energetico moderno e sostenibile che pone progressivamente al centro soluzioni tecnologiche innovative.

In questo scenario è stato condotto lo studio “Energy Service Companies: presente e futuro di un settore chiave per la transizione energetica”.
Lo studio offre una lettura completa dell’evoluzione del settore delle ESCo, evidenziando come le trasformazioni in atto si intrecciano con l’andamento economico, le prospettive di sviluppo e il peso crescente della gestione tecnologica. Negli ultimi anni, le ESCo hanno vissuto una fase di espansione significativa, sostenuta in larga parte dagli incentivi pubblici come il Superbonus, ma alimentata anche da una maggiore solidità interna e da modelli operativi sempre più maturi. Stando alle evidenze, il valore complessivo del comparto ha raggiunto nel 2023 i 16,2 miliardi di euro, a conferma di una crescita che riflette una capacità concreta di adattamento e innovazione.

Attualmente, con la fine del Superbonus e uno scenario incerto rispetto all’adozione di nuovi incentivi, la gestione del procurement tecnologico assume un ruolo sempre più centrale, diventando uno strumento determinante per garantire efficienza, qualità e continuità operativa in un mercato in costante evoluzione.

L’analisi si è basata su un campione rappresentativo di 466 ESCo che hanno come core business l’efficienza e i servizi energetici, selezionate tra oltre 900 realtà certificate attive in Italia che operano lungo l’intera filiera: dalla consulenza all’installazione, dalla gestione operativa al supporto amministrativo, riflettendo un mercato dinamico e capace di rispondere a esigenze eterogenee, per taglia, settore e livello tecnologico dei progetti.

Guardando ai dati economici, lo studio restituisce l’immagine di un comparto che ha attraversato tre fasi distinte. Tra il 2014 e il 2019 si è registrata una crescita contenuta ma regolare, con ricavi tra i 5,3 e i 6,4 miliardi di euro e un progressivo miglioramento della marginalità. Il 2020, segnato dalla pandemia di Covid-19, ha registrato un lieve calo, assorbito principalmente dalle imprese più strutturate. A partire dal 2021, grazie all’effetto moltiplicatore degli incentivi statali, il settore ha prodotto un’accelerazione significativa, portando il fatturato da 9,13 a 16,2 miliardi di euro in soli tre anni (+78%), con un EBITDA passato da 1,74 milioni a 2,16 milioni di euro e un utile netto complessivo che ha superato i 700 milioni.

Questi dati si accompagnano a un’analisi di dettaglio del comparto che evidenzia differenze significative in termini di performance. I grandi operatori – le ESCo che appartengono a gruppi energetici e i service provider integrati – generano il 69% dei ricavi e contribuiscono per il 58% alla composizione dei margini operativi (EBITDA). Tuttavia, le ESCo integrate specializzate, spesso di dimensioni più contenute, realizzano quasi la metà degli utili complessivi, pari al 49%, dimostrando un livello di efficienza superiore nel convertire i ricavi in utili. Questi attori hanno fatto della specializzazione e dell’elevata competenza tecnologica la chiave per emergere, dimostrando l’importanza di quest’ultimo elemento in un mercato che premia la qualità e l’adattabilità delle soluzioni.

Lo studio mette inoltre in luce come il settore stia entrando in una fase caratterizzata da una crescente complessità tecnologica. Accanto ai tradizionali servizi di efficientamento energetico, cresce infatti la domanda di soluzioni avanzate legate all’integrazione tra elettrificazione, produzione di energia da fonti rinnovabili e sistemi di gestione digitali. In concreto, il mercato si sta orientando verso tecnologie avanzate, come pompe di calore, colonnine per la ricarica elettrica, impianti fotovoltaici, sistemi di monitoraggio intelligente e vettori per la deep decarbonization, tra cui biometano e idrogeno, che richiedono una capacità di integrazione tecnica e gestionale sempre più evoluta.

In questo contesto, la gestione strutturata del procurement tecnologico diventa un elemento cruciale per garantire affidabilità nelle prestazioni contrattuali e rispondere in modo efficace a una domanda sempre più articolata. Le modalità di approvvigionamento di tali soluzioni variano in base alla dimensione delle aziende, al loro assetto organizzativo e all’appartenenza a gruppi industriali (come multiutility o operatori energetici), con modelli che spaziano da strutture centralizzate ad approcci più snelli e operativi, utilizzando strumenti come affidamenti diretti, gare pubbliche o accordi quadro.

Da ultimo, accanto alla ricerca di efficienza rispetto alla gestione operativa, per mantenere buone prospettive di crescita anche in assenza di incentivi forti, gli operatori più rilevanti fanno registrare un rinnovato dinamismo anche sul fronte delle acquisizioni, con operazioni mirate a consolidare la presenza sul mercato e ampliare il portafoglio di soluzioni disponibili.