Per fronteggiare la domanda di fonti rinnovabili a basso consumo, in questi anni, si punta al fotovoltaico organico, ovvero ai sistemi che contengono molecole organiche come donatori e accettori di elettroni, in grado di trasformare fotoni in elettroni e quindi la luce in elettricita’.
Le celle solari organiche sono generalmente flessibili, economiche da fabbricare e adatte alla produzione di grandi superfici; inoltre, dispongono di uno strato assorbente che puo’ essere ottimizzato per luci di lunghezza d’onda diversa,
quindi, di fatto, sono adattabili a molte situazioni ed esigenze.
Un gruppo di ricerca composto da scienziati cinesi e svedesi ha realizzato delle celle solari in grado di convertire in elettricita’ la luce degli ambienti chiusi, come case e negozi: la potenza e’ bassa, ma sufficiente ad alimentare anche i piu’ moderni dispositivi.
Si tratta di un sistema costituito da una nuova combinazione di materiali con una composizione accuratamente determinata in modo da assorbire esattamente la luce tipica dei salotti, delle biblioteche e dei supermercati.
Gli esperimenti condotti in laboratorio, hanno preso in esame due celle di 1 cmq e 4 cmq rispettivamente, e i risultati hanno mostrato un’efficienza pari al 26 percento per quella piu’ piccola e 23 percento per quella piu’ grande, il che significa che il 26 percento (o 23 percento) della luce assorbita diventa elettricita’.
I numeri sono bassi in assoluto, ma sufficienti, secondo i ricercatori, ad alimentare prodotti che invaderanno presto case e spazi pubblici, a partire dai sensori in grado di misurare molti parametri ambientali come umidita’ e temperatura.